Diverse volte abbiamo avuto modo
di prendere in considerazione l’aspetto mentale di una
prestazione sportiva, abbiamo visto quanto sia importante, non
solo prepararsi fisicamente all’evento che molti podisti tutto
sommato fanno con diligenza e impegno, ma anche sviluppare
meccanismi mentali e tecnici che siano collaudati per ottenere
peak performance.
Le gare si stanno avvicinando, ognuno di noi ha degli obiettivi
da raggiungere e dopo una preparazione atletica più o meno
intensa diventa fondamentale allenare la mente all’evento, alla
gestione dei diversi momenti pre gara. Secondo alcuni autori ,
come Terry Orlick, l’equilibrio di alcuni fattori chiave possono
portare una realizzazione di una peak perfomance. Secondo lui si
può delineare il percorso con il quale si riesce a raggiungere
l’obiettivo prefissato:
PERFORMANCE
=
PREPARAZIONE FISICA
ABILITA’ TECNICHE
PREPARAZIONE PSICOLOGICA
Premesso che abbiamo svolto un buona preparazione e che quindi
abbiamo avuto delle indicazioni fisiche importanti, per tutti
gli altri aspetti se vogliamo ottenere il risultato sperato di
una peak performance, si necessita in primis di avere le idee
chiare su alcuni fattori indispensabili che fanno parte della
prestazione in generale. Questi fattori si basano su:
•
Obiettivo da raggiungere: mi trovo la maggior parte
delle volte a parlare con podisti che non hanno ben in mente
quale possa essere il proprio obiettivo tecnico (cronometrico )
da raggiungere, o comunque a ipotizzare una condotta di gara che
non ha nulla a che vedere con le indicazioni tecniche che hanno
ottenuto in allenamento. Proprio nell’ultimo test effettuato a
Venezia domenica scorsa, ho potuto parlare nelle fasi precedenti
alla partenza con un podista, il quale mi dichiarava di voler
partire a un ritmo più veloce di quello che eventualmente fosse
in grado di mantenere e che ha potuto verificare in allenamento.
Il tutto mi sembrava azzardato e incongruo soprattutto per il
fatto che nelle esperienze passate aveva accusato sempre
problemi nella parte finale dovuto seconda la sua dichiarazione
e ammissione, a una gestione di gara azzardata per raggiungere
un obiettivo, scusate il gioco di parole, irraggiungibile. La
sua dichiarazione era stata basata sulla solita “leggenda
metropolitana”, “tanto poi alla fine scoppio comunque, quindi
tanto vale che forzo inizialmente per vedere fino dove riesco a
gestire”. Assolutamente errata questa valutazione di gara , si
rischia solo di finire le energie prima del tempo, e di
rischiare di farsi veramente male se non si ha la piena
consapevolezza delle proprie potenzialità fisiche e mentali.
Quindi prima di mettervi sulla linea di partenza di una gara,
soprattutto se si parla di una gara lunga e impegnativa come la
Maratona, abbiate ben in mente quale sia “realmente” il vostro
obiettivo raggiungibile in base alla vostra condizione del
momento, non ci si può inventare l’obiettivo e la gara il giorno
stesso.
•
Abilità tecniche da sfruttare: ognuno di noi ha delle
abilità tecnica più o meno visibili e allenate durante l’arco di
tanti anni di corsa e di sport in generale, per tale motivo è
opportuno sfruttarli al meglio. Le abilità che un podista
amatore può avere possono essere differenti, ma per sommi capi
si possono riassumere in alcuni punti e caratteristiche
fondamentali:
a)
Resistenza : ci possono essere podisti che per natura
genetica e per la tipologia di gare e allenamenti che preferisci
possa aver maggiormente sviluppato la capacità di correre a
lungo e consumare una buona quantità di grassi durante la gara.
Per tale motivo questa tipologia di podista non deve far altro
che trovare il proprio passo di gara e mettersi a quel ritmo
gara cercando di mantenerlo fino alla fine, consapevole del
fatto che le sue capacità potranno peccare nella parte iniziale,
in quanto ha bisogno di tempo per “carburare” e riscaldarsi, ma
una volta riscaldato sarà un “motore diesel”.
b) Potenza aerobica: in
questo caso si parla di un podista che ha come abilità tecnica
maggiormente sviluppata la potenza aerobica, quindi la capacità
di produrre e riutilizzare acido lattico in grande quantità, ma
al tempo stesso pecca nel mantenimento di una velocità costante
e regolare per tutta la gara. Il suo neo potrebbe essere quello
di partire a un ritmo troppo veloce , prossimo alla sua soglia e
avere un vistoso calo nella parte finale. Quindi , il suo
obiettivo sarà quello di “tirare il freno a mano” nelle prime
fasi della gara e successivamente sfruttare la maggior velocità
di base che ha sviluppato durante la preparazione e carriera
podistica in genere.
c)
Tattica di gara: a volte mi trovo di fronte a degli
atleti che hanno una spiccata propensione per una gestione di
gara impeccabile, a dir il vero non sono tanti. Questo genere di
atleti devono saper sfruttare al meglio la loro capacità di
controllare la gara ( e quindi il ritmo) già dalle prime fasi
del pre gara, avendo ben in mente la loro strategia di gara. La
loro caratteristica fisica è sicuramente quella di poter
sfruttare una buona resistenza di base, ma dal punto di vista
tecnico la cosa che li contraddistingue è la calma e la pazienza
(attesa) che mettono in ogni azione, in ogni passo, consapevole
del proprio potenziale e di come poterlo sfruttare al meglio per
tutta la gara
•
Strategia mentale : un aspetto che sicuramente fa la
differenza tra due podisti è l’aspetto mentale nelle gestione
della gara, sia se si parla del pre gara che della gara in sé.
Abbiamo visto in diversi articoli come sia fondamentale
“preparare mentalmente” la gara già nei giorni prima
dell’evento, come sia importante arrivare rilassati e carichi di
energie mentali ai nastri di partenza. Avere delle strategie pre
gara e in gara che siano già state collaudate in altre
manifestazioni e peak performance raggiunte in passato. Quello
su cui vorrei soffermarmi in questo momento è le “modificazioni
sull’atteggiamento mentale e strategie in gara”.
Chi non ha mai accusato nelle fasi finali della gara
(soprattutto se si è in calo e stanchi), la necessità di non
guardare il cronometro? Il passaggio al chilometro? Di
verificare quanti chilometri mancano alla fine? Penso che sia un
atteggiamento che si possa riscontrare in tutti i podisti.
Durante la gara ci possiamo trovare nella condizione tale che
arrivati al 30-35°km di una Maratona ci sentiamo stanchi e che
il ritmo diventi meno gestibile e regolare. In questo momento la
cosa migliore da fare è “non guardare il cronometro” per
non essere condizionati mentalmente dal risultato del momento.
Fisicamente percepiamo che stiamo eventualmente in difficoltà e
che il ritmo non è quello di qualche chilometro fa, ma scoprirlo
e verificarlo mediante un dato tangibile come il cronometro ,
diventa un motivo in più per la mente per preoccuparsi e
condizionare la prestazione.
Quindi il consiglio arrivati a un determinato chilometraggio , e
soprattutto se la condizione fisica non è ottimale, lasciate
perdere cronometro e ritmo al km, e pensate solo a correre
sfruttando tutte le energie psicofisiche rimaste nel vostro
organismo. Inoltre, altro aspetto fondamentale molto pratico da
attuare nei momenti di difficoltà è stare in gruppo, anche se
questo significa correre qualche secondo più lento o più veloce
di quello che potreste fare in quel momento. Tutto ciò vi
permetterà di stringere i denti e di avere energie extra che il
gruppo di podisti al seguito possa trasmettervi nel momento di
difficoltà.
In conclusione, rinnovo
l’importanza che ci possa essere nella gestione della Maratona
nello sfruttare al meglio aspetti che esulano prettamente dalla
condizione fisica del momento, raggiunta durante la
preparazione, ma che riguardano una sfera tecnica e mentale che
fa parte di un complesso di requisiti indispensabili a uno
sportivo per raggiungere i propri obiettivi prefissati.
Volevo chiarire che questi aspetti devono e possono essere
sviluppati e messi in atto durante tutta la preparazione negli
allenamenti specifici o nelle gare di preparazione all’evento
principale, non possiamo inventarci strategie tecniche e mentali
il giorno della gara. Assolutamente sarebbe un fallimento
sicuro, come per l’allenamento fisico, anche queste strategie
necessitano di essere provare, riprovate e allenate
quotidianamente. A voi la scelta di sperimentare! |