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Argomento : Passatore 2019, pedalando nel Sogno

Nicola

Postato il
28/05/2019
ora 16:04:49

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Questa volta la racconterò da un differente punto di vista, quello dell’accompagnatore.

Sono fuori, ai margini della corsa da un po’ di tempo. Purtroppo alcuni problemi fisici non mi danno la possibilità di riprendere e quindi anche per quest’anno il sogno del terzo Passatore è rimandato ad un futuro prossimo, d’altronde sognare non costa nulla e la fiammella della speranza deve restare viva.

Per fare in modo di non spegnerla definitivamente ho preso il classico “treno” al volo, proponendomi di accompagnare nel suo primo “viaggio” da Firenze a Faenza il mio amico Bonafede, che mi ha introdotto al ciclismo quando 3 anni fa acquistai la mia primi bicicletta.
Compagno di viaggio delle Randonneè fatte in questi anni, ha deciso per quest’anno di dedicarsi totalmente alla corsa per vivere quest’avventura a 57 anni.

Partiamo da Faenza in treno sabato mattina alle 7.30, io con la bicicletta che gentilmente mi ha prestato, già adattata per fare da supporter (da lui già utilizzata in altre edizioni per accompagnare un suo amico), insieme ad altre molte persone, runner e accompagnatori.
Riesco a salire sul treno schivando il pericolo di essere lasciato giù per il numero elevato di bici al seguito, arriviamo a Firenze e raggiungiamo subito il Parco delle Cascine che da quest’anno è il nuovo punto di ritrovo per il ritiro pettorali e consegna borse.
Devo ricredermi, pensavo fosse tutto molto più scomodo rispetto agli altri anni, invece tutto è organizzato ottimamente e c’è anche modo di rilassarsi…

Dopo il pasta party, rapido e saziante, ho modo di salutare velocemente l’amico Francesco, col quale ci sentiamo spesso durante i giorni che precedono ogni Passatore; a lui sono molto legato, è grazie a lui e al racconto del suo primo “viaggio” che ho deciso di partecipare nel 2015.

Fede inizia i preparativi.
So bene cosa sta provando, la tensione che sale, i pensieri che ti assalgono, la paura di non farcela, quella di non essere all’altezza, il timore di fare qualcosa più grande delle proprie capacità, la paura dell’ignoto…so anche però che tutto svanirà nel momento esatto in cui lo starter darà il Via.
Guardo con trepidante attesa tutte quelle persone che si stanno preparando, che stanno immaginando quel che sarà, sia chi l’ha già vissuta più e più volte, sia chi è qui per il debutto.
Un senso di malinconia mista alla speranza di poter essere un giorno di nuovo li, con le stesse ansie e paure.
Si può desiderare di rivivere ansia e paura ? Si, si può.
Il Passatore ti ammalia anche per questo.

Fede è pronto, la bici è stata caricata a dovere con quel che a lui può servire durante la gara. Ci accordiamo per vederci al primo ristoro del 5° km, sulla salita verso Fiesole.
Prima dello start ho modo di raggiungere la zona di partenza sotto al Duomo, incontro e saluto mia moglie Claudia che ha approfittato per fare un giro a Firenze; mi posiziono davanti al cancello dove entrano in griglia i pettorali dall’1 al 250, ho modo di vedere anche Nikolina Sustic, vincitrice femminile delle ultime edizioni, da l’aria di essere una persona gentile e semplice che non si nega per una foto anzi, lo fa con piacere. In questo mi ricorda un po’ Giorgio Calcaterra, evidentemente le ultra ti insegnano anche questo, ad essere umili. Umili e rispettosi con la gara, umili e rispettosi con chi ti incita.

A 15 minuti dal via parto per raggiungere il primo ristoro, mi tornano in mente i primi km delle mie edizioni… tutto perfettamente nitido, ogni curva, ogni avvallamento dell’asfalto…

Arrivo al 1° ristoro, alle 15.19 passano i primi poi via via tutti gli altri….vedo Fede e comincio a seguirlo.

Sarò la sua ombra, al servizio ma mai invasivo, capisco fin da subito che fare da supporto non è semplicemente “pedalare e accompagnare”, ma di più.
Devi esserci nel momento del bisogno ma anche “sparire” quando ce n’è bisogno.
Puoi essere più decisivo in negativo che in positivo.
Inoltre devi aver rispetto di tutti i partecipanti, non intralciare, essere il meno ingombrante possibile.

La temperatura quest’anno è ideale.
Rispetto alla canicola di alcune edizioni, questa volta c’è il clima ideale per correre; l’incognita è la pioggia, si vedrà.

Arriviamo al Passo Croci, l’entusiasmo della gente qui è sempre fantastico e non si smentisce mai.
Fede passa tra due ali di folla, io dietro, ogni tanto gli faccio qualche foto e video, aggiorno anche il nostro gruppo bici B-Team, che da casa lo incita.
Inizia la prima discesa verso Borgo S.Lorenzo, fin qui tutto bene, vedo negli occhi di Fede la stessa determinazione che mi ha accompagnato la prima volta nel 2015, so bene che ce la farà, vedo quella stessa “luce” nei suoi occhi che non può farti fallire.
Non so come spiegarlo, sono certezze.

A qualche km da Borgo, nuvoloni neri aleggiano sulle nostre teste, qualche goccia e poi pioggia…ci fermiamo un attimo, Fede si mette la mantellina e riparte, io mi bardo per non inzupparmi e copro anche le borse, poi lo raggiungerò.
Riparto, mi concentro tantissimo per ritrovarlo, da dietro controllo tutte le facce che sorpasso, perderlo ora sarebbe fatale….arrivo a Borgo e non l’ho ritrovato, passaggio in centro, pedana chip, mi fermo e faccio il check di ogni faccia, passa qualche minuto ma niente….non lo trovo più !
Decido di chiedere all’addetto del cronometraggio se vede a computer se è già transitato…
“Si, 5 minuti fa !”….
Azz…prendo la bici…mi scarto dal casino, monto in sella, prima pedalata e la catena che va giù !
Chiedo aiuto ad un passante di tenermela su dato il peso, cosi posso lavorare meglio…la riposiziono, ho le mani lorde ma ci penserò più avanti, ora la priorità e ritrovare Fede..
Inizia la salita fuori dal paese, pedalo forte e controllo tutti, passano 5 minuti e ancora non lo vedo, poi ad un tratto da dietro mi sembra di scorgere il suo cappellino verde…ritrovato ! sospiro di sollievo…

La salita verso la Colla è una delle parti più affascinanti, fino a Ronta tutto ok poi la pendenza fa propendere Fede a camminare fino su al Passo…
Si fa buio, la strada è bagnata, accendo le luci, sono in mezzo a tutti questi “scalatori” in silenzio, si sente solo il fiume che scorre e il “profumo” del bosco bagnato dalla pioggia.
- 7 km al Passo….pedalo lentamente e rimango o poco più avanti o poco più indietro ma sempre in disparte…
- 1 km al Passo…cominciano a sentirsi i “rumori” del valico, ultime curve, sono le 22 e siamo in cima, 7 ore esatte dalla partenza.

Fede si cambia, io mi vesto pesante, ora sarà discesa e non avrò più modo di scaldarmi…dopo 2 km di discesa c’è il famoso ristoro “abusivo”, musica ad alto volume, fuoco e speaker, nel cuore della collina, nel buio totale, in mezzo a tutte quelle “lucine” che corrono in discesa…fantastico.
Poi, inizia a sentirsi qualche goccia cadere….inizia a piovere, metto anche la giacca antipioggia, sono super abbardato….pensavo di avere preso su troppa roba….l’ho usata tutta !
Arriviamo a Casaglia, le bici devono deviare e ci incrociamo di nuovo ai piedi della discesa del paese.
La strada scorre e Fede è carico, continua a macinare, 55km, 60km, Marradi è li…ad un soffio.
Arriviamo al 65°km di Marradi a mezzanotte, smette di piovere….lo anticipo posizionandomi nella discesa dell’intertempo per la foto di rito. Penso al mio secondo Passatore e del momento esatto in cui arrivai qui. Ero carico a manetta, stavo bene e sapevo che Faenza si stava avvicinando sempre più….

Fede riparte dopo il ristoro, so cos’ha in mente….in quanti gli abbiamo ricordato che “il Passatore inizia a Marradi” ?….potrebbero fare un incisione sotto la scritta del Municipio, per ricordarlo a tutti.

E’ da qui in poi che il “cameriere” del Passatore passa tra i tavoli e presenta il conto….sai che passerà ma non sai quando…e quanto ti chiederà. L’unica cosa che sai è quanto ti è rimasto nel portafogli…

Ogni tanto gli chiedo come va, io lo vedo bene anche se so che è qui che le gambe tendono ad indurirsi….la discesa vera e propria è finita, alcuni strappetti inducono Fede saggiamente a camminare, alterna corsa e camminata per risparmiare energie.
Non molla, passiamo il “famigerato” tratto da Marradi a San Cassiano e giungiamo al km 76.
Cominciamo a fare qualche previsione sul tempo finale; il suo obiettivo iniziale era quello di finirlo tra le 14 e le 15 ore, io gli dico che di questo passo possiamo fare meglio….
Casale, Strada Casale, Castellina, Fognano….forse un po’ di crisi c’è, cerco di smorzarla con qualche video e qualche battuta, cominciamo a parlare di chi è già arrivato e chi ancora non ha tagliato il traguardo….
Brisighella….-12….qui lo sanno tutti, ci sei e non ci sei, nel senso che cominci a sognare il finale ma è ancora lunghissima…
Corsa e cammino, non molla e reagisce da vero leone o come l’ho definito io, da vero “trattore” ! macina km su km senza mai cedere.
- 10: “a sò sciupè !” mi urla mentre gli faccio un video…e come non potrebbe esserlo, ma lo dice correndo e questo, è un buon segnale.
Si scorge Errano, “forza pensa che è l’ultimo….ultimo ristoro…ci pensi ?!”
D’ora in poi i km sono segnalati uno ad uno….- 5, ora è ufficiale, gli dico che possiamo stare sotto le 14 ore, di poco ma se gestisce bene gli ultimi km, ce la farà.
Ai -3, si vede il cartello di Faenza…..so bene che qui si raschia dal fondo del barile, ma si trovano spesso energie inaspettate. Una parola sola (Faenza), è in grado di metterti le ali ai piedi, di trovare linfa da un corpo prosciugato.
La rotonda con la statua del Passatore non fa altro che ricaricare come un loop infinito, le batterie che credevi esaurite.
98° km, 99° km foto al volo al passaggio degli ultimi desiderati 1000 metri.
Quell'ultimo chilometro che sogni tutto l’anno, ti sembra di avere le ali ai piedi, entriamo nel “mitico” Corso Matteotti, scatta il video finale di rito….
Chiunque incontriamo lo incita, so che non ci crede nemmeno lui a quel che ha fatto, sta realizzando lentamente di aver fatto la sua personalissima impresa. Io mi faccio travolgere dai ricordi, mi immedesimo in lui, rivivo ad ogni metro i momenti fantastici vissuti nelle mie due edizioni…
Gli ultimi 100 metri rimarranno, a loro modo, nella mia mente per sempre.

Chiude a 13 h, 57 minuti….ben sotto le sue aspettative, prima e seconda parte di gara con lo stesso tempo, prestazione più che positiva.
Sono felice di essere stato d’aiuto nel mio piccolo e di aver riassaporato, seppur da spettatore, certe emozioni.

Come ho ribadito più di una volta e ne sono sempre più convinto, il Passatore lo si corre con le gambe (e questo è innegabile), ma il vero salto di qualità lo mette l’amore e la passione che gli dedicherai. E lo stesso “cameriere” che ti ha presentato il conto, alla fine ti restituirà tutto con gli interessi.

Carlo (admin)

Postato il
29/05/2019
ora 15:37:11

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Sto ancora pensando all'ansia che mi hai fatto venire quando raccontavi di averlo perso di vista. Hai reso molto bene quanto sia difficile anche il ruolo di chi accompagna il podista, nonostante tu avessi già fatto quella corsa per ben due volte.

Credo che questa tua particolare esperienza ti potrà tornare utile quando ti sentirai nelle condizioni fisiche ottimali per poter ripetere quel percorso come podista ... e magari con un accompagnatore altrettanto premuroso quanto lo sei stato tu.

In bocca al lupo!

Tempus fugit!

Postato il
08/07/2019
ora 22:04:12

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Nicola bel racconto anche quest'anno... ci vediamo l'anno prossimo al Passatore!
Letto n. 64602
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