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Argomento : Passatore 2015 -si rientra col pullman dei dannati

Tempus fugit

Postato il
01/06/2015
ora 13:45:16

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Da un anno all’altro, dalla gioia all’amarezza assoluta…quest’ anno il Passatore non è …passato. Sul passo della Colla ho terminato la mia corsa, bloccato allo stomaco, senza più energie mentali e fisiche, schiacciato dal pensiero di impossibili altri 52 km da percorrere. Tutte le grandi aspettative dopo il mio primo Passatore nel 2014, le attese interiori, l’entusiasmo a mille, tutto polverizzato già durante una forzata camminata su per il passo, quando di istante in istante prendeva lentamente il sopravvento, come un veleno a lento effetto nell’organismo, la consapevolezza che non ce l’avrei fatta. Eppure era iniziato tutto benissimo, nel migliore dei modi. Una settimana di sogni e di visioni, sms di incitamenti ed in bocca al lupo da parte di colleghi e amici, la partenza da Faenza e prima una bella foto insieme con Maria Vrajic (spero di non averle portato sfiga)…a Firenze che bello godersi l’atmosfera del pre-partenza, incontrare qualche amico concorrente, scambiare due chiacchiere con nuove conoscenze, come ad esempio Fabio di Verona, al suo ventesimo e, dice lui, ultimo Passatore. Poi la corale, fragorosa partenza dal cuore della città, la gioiosa salita verso Fiesole, anche quest’anno nonostante l’infelice esito mi rimarrà per sempre nella memoria. Ascendendo faccio conoscenza con Francesco, runner di Arese tesserato per Busto Arsizio e corsa facendo chiacchieriamo leggeri sull’asfalto nonostante la gran calura. Con due parole, accenna ad una brutta malattia da cui si è tirato fuori alla grande, ed insieme conveniamo che trovarsi a correre, ma anche solo fare due passi non è scontato mai e per nessuno, e la corsa prosegue in una luce perfetta. I paesaggi del basso Mugello ispirano la falcata, alleggeriscono le prime fatiche e così quasi 20 km passano inavvertiti. Una volta che mi sgancio dall’amico runner, ai ristori che seguono mi accorgo che l’organismo fatica ad assumere sia liquidi che gel. Arrivato già stanco a Borgo sento che qualcosa non funziona, e siamo solo ad un terzo del cammino…la corsa diventa marcia e poi camminata, lo stomaco è contratto e le gambe pur se non doloranti già legnose e rognose…A poco a poco mi passano oltre alcun conoscenti che cercano di rincuorarmi o di suggerirmi qualche rimedio al blocco di stomaco, qualcuno rimane al passo per qualche metro, Andrea Ivano Ruggero Maurizio Francesco ed altri, grazie amici per il vostro tentativo di conforto. A Razzuolo vorrei elemosinare con un euro in tasca un sorso di birra (l’unica cosa che entrerebbe nell’organismo) al circolo arci locale, ma non mi riesce neanche questa. Oramai strascinandomi come un cane sempre più bastonato mi avvicino al passo, ma prima raccolgo nella borraccia, svuotata dagli schifosi, amarissimi sali, l’acqua fresca che sgorga pura della sorgente dell’Alpe. Facendomi largo tra le macchine che intasano gli accessi timbro il cartellino varcando la pedana di controllo. Poi raccolgo la mia sacca e prendo posto nel pullman dei ritirati…che lentamente si riempie…magrissima consolazione. Si riparte sulle 22,30 verso Faenza…compagnia di viaggio dimessa e triste. Al cellulare una ragazza racconta di stare tornando sul “pullman dei dannati”, al che un runner romano accanto le urla di parlare per sé, ah ah! Scendendo dalla colla guardo di sfuggita coloro che proseguono, illuminatori delle tenebre. Neanche con invidia o rabbia o sconforto…non c’è spazio ed energia neanche per quello. Piuttosto una specie di vuota meraviglia…vedere tutti questi individui che corrono pare in maniera insensata tutti in una direzione, molti accompagnati e seguiti. Tralascio l’immagine dell’arrivo nella piazza del finish e la visione dei runners con la medaglia al collo…cerco di rimuovere tutto con la testa. Sull’una circa finalmente raggiungo il parcheggio e fò ritorno mesto mesto a casa nel sabato notte più cieco della mia esistenza podistica.
Spero che ad Andrea di S.Pancrazio con ginocchio dolorante sin da prima della partenza la corsa sia andata bene. E che comunque la sua salute non ne abbia risentito.
Ma soprattutto sono felicissimo per la corsa di Nicola! Grande, al suo primo Passatore! Dopo una settimana che ci siamo sentiti quasi ogni giorno su whatsapp condividendo l’agitazione e le emozioni nell’attesa. Nicola, i consigli tecnici la prossima volta (se ce ne sarà un’altra) me li dai tu! Attendo di leggere un appassionante resoconto della tua corsa.
E onore a Giorgione, per la decima volta campione, nonostante una forte crisi. Per me non c’è campione più grande a questo mondo.
E così, come l’anno scorso avevo condiviso qui le mie gioie, qui ho deciso di comunicare anche questa mia grande amarezza. Delusione, sconforto, tristezza, demoralizzazione…ora devo correrci sopra. Tempus fugit!

Raffaele

Postato il
01/06/2015
ora 22:09:11

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Onore "Tempus fugit" : anche nella delusione del mancato arrivo hai comunque la voglia e il tempo di scrivere il tuo resoconto!!!

Cultura e metodo che manca in altri sport!!!

Bravo!!!!

Ciao e buone corse....

Raffaele Alberoni
ASD San Patrizio.

Nicola

Postato il
02/06/2015
ora 21:05:33

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Tempus, grazie per il tuo racconto !
Non è facile, dopo una delusione, raccontarsi e raccontare quanto si è provato. Tu lo hai fatto e con la stessa passione di sempre.
Come già ti ho scritto, la 100 più di ogni altra gara è fonte imprevedibile di "imprevisti" e non sai quanto me ne sono reso conto sabato notte !....vedrai che passata l'amarezza, ti ributterai con tanta energia verso nuove avventure !
Ti ringrazio per i complimenti, ma credimi che i tuoi consigli e il tuo supporto mi hanno veramente aiutato tantissimo !

Grazie amico !

Tempus fugit

Postato il
03/06/2015
ora 19:05:21

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Grazie Raffaele, lode a te per quanto fai per le giovani promesse! Nicola, riaffronteremo assieme l'impresa dai!

Carlo (admin)

Postato il
21/06/2015
ora 16:08:13

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replica Tempus fugit del : 01/06/2015 -
messaggio : Da un anno all’altro, dalla gioia all’amarezza ass


Un racconto molto dettagliato e che ben descrive la grande delusione che si prova quando ci si accorge che le forze e la mente ti abbandonano. Col senno del poi potrei dire che ogni grande prova andrebbe comunque affrontata con serenità riproponendosi di rinunciarvi senza sentirsi sconfitti e soprattutto senza mai dimenticare che si corre per il piacere di farlo e ..... 
Ma quando ci si sente preparati, fisicamente e psicologicamente, quando gli amici fanno il tifo per te, quando non accetti di abbandonare la presa perché ti imponi di resistere alla fatica che aumenta sempre più, allora il rischio di fallire l'obiettivo è molto alto. 
Anch'io ho provato sensazioni simili in una maratona, l'ho portata a termine con estrema fatica e questo mi ha debilitato moltissimo costringendomi per lungo tempo a non poter più correre. 
Bene hai fatto a rinunciarci, di occasioni ce ne saranno tantissime altre!  
Quella cento c'è chi la porta a termine con tanta fatica e chi la fa per la prima volta, tanto per provare, e arriva fino in fondo senza eccessivi problemi, 
Comunque hai fatto la cosa giusta salendo su quel pullman, hai dimostrato tantissimo buon senso. 

Tempus fugit

Postato il
22/06/2015
ora 13:37:10

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Grazie per la considerazione Carlo. In effetti mi sono reso conto che sarebbe stato assurdo e deleterio oltrchè insostenibile proseguire. Nonostante tutto me ne sono già fatto una ragione, anche questa esperienza entra a far parte nel bagaglio personale e niente andrà perduto...anzi mentre correvo la prima parte, almeno fino a Borgo S.L. mi dicevo che comunque sarebbe andata alla fine, nulla mi avrebbe mai tolto il bel ricordo del passaggio attraverso il basso Mugello...Corriamo oltre, corriamo avanti!

Carlo (admin)

Postato il
22/06/2015
ora 13:45:59

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replica Tempus fugit del : 22/06/2015 -
messaggio : Grazie per la considerazione Carlo. In effetti mi


Panta Rei

Postato il
24/06/2015
ora 11:23:07

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un anno c'è voluto un anno per digerire quel Passatore 2014! che caldo, quanta forza ho impresso nelle mie gambe! sempre lì tra Ronta e Razzuolo, non un centimetro al passo, solo corsa e arrivato al Passo della Colla la grande soddisfazione che sarebbe valsa un gran tempo a Faenza, ero in anticipo di 40', un'eternità....ma il Passatore è crudele,....mi lancio giù per la discesa verso Marradi, la certezza di incontrare la Mia Gloria mi accende e le mie gambe rombano per me la mia forza, ma il Passatore è crudele e spietato e mi trafigge con la sua peggiore lancia, divertendosi a vedere la mia agonia di atleta sofferente! con una lancia conficcata nel basso costato dove gli organi molli prestano il fianco alla stanchezza mi aggrappo ogni centinaio di metri ad ogni verga di ferro che illumino con la mia frontale, mi aggrappo e mi tiro cercando di estrarre quel punteruolo doloroso che mi devasta le carni, ed è così fino quasi a Marradi, dove il dolore prima si fa meno spigoloso e alla fine si fa tondo per sparire definitivamente. Ma sono ferito, e la paura che il terribile Passatore torni con la sua lancia è grande, con timore, quasi in punta di piedi ricomincio la mia gara, la mia avventura; non porterò a casa la foto di due lancette, ma vedrò Faenza, e la vedrò di corsa. Sulla Colla ho lasciato la Mia Gloria ma la cercherò ancora una volta e spero che il Passatore mi lasci passare!

Così non è stato: Il Passatore mi ha colpito, torturato e infine affossato; non solo ha giocato con me lasciandomi correre svelto e veloce fino a Marradi ma proprio lì ancora una volta mi ha braccato, trovato e infine ancora una volta trafitto. Mi ha fatto agognare a terra come una lucertola per oltre 10 km, dopo, dopo è stato troppo anche per me, mesto e triste ho detto basta e con il cuore a pezzi sono tornato a casa. Il rimorso solo dopo un giorno mi ha fatto visita, lacerandomi l’anima, impedendomi di gioire per quello che avevo fatto, ecco il rimorso mi monta e mi logora già adesso, per quell’appuntamento mancato, per quel pezzo di gloria rimasta attaccata a Sant’Adriano. Tornerò, anzi torno a prenderti. Pazienza non sono stati sufficienti i chilometri corsi e immolati a Lui, il dislivello patito pensando a Lui; ma non mollo non mi arrendo, tornerò in cima a quel monte e sarò veloce in discesa rilassato nella piana, sarò forte e 'sta volta, Passatore, non mi prenderai!!! 

Tempus fugit

Postato il
29/06/2015
ora 14:03:55

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Come comprendo il tuo...lancinante, appuntito dolore caro Panta rei, simile e fratello (anche se sei molto più veloce ed esperto...). Non c'è nulla di esagerato nel tuo romanzato racconto, anzi è tutto esorbitante e quindi più toccante e vero...materia muscolare, spasmi, sudore a litri, di consistenza quasi sanguinea...La Montagna è sempre lì, a disposizione per essere ascesa e discesa nel giusto momento. Ogni anno finchè testa e gambe reggeranno si ripeterà un annuale sacrificio di energie...Al prossimo Passatore!!!

Nicola

Postato il
01/07/2015
ora 08:16:03

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Leggendo il tuo racconto Panta Rei, ho sofferto e faticato insieme a te. Ora che l'ho affrontato anch'io, comprendo ogni singola parola delle storie che leggo e che ho letto.
Appuntamento con tutti all'anno prossimo...appena tagliato il traguardo avevo detto "mai più !"....oggi esclamo "ancor di più !"
Letto n. 50123
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