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Argomento : 50 km di Romagna - resistere sulla linea gotica!

Tempus fugit

Postato il
28/04/2014
ora 00:36:31

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La spinta a partecipare anche a questa gara è il suo carattere di classica romagnola e la volontà di cimentarmi su una distanza superiore alla maratona. Forse la prova è azzardata a una sola quindicina di giorni dalla corsa sul Lamone, il fisico potrebbe non avere recuperato abbastanza ed il buon senso normalmente sconsiglia di affrontare due corse di questo genere a così poca distanza l’una dall’altra. Ma il generico “buon senso” spesso non è moneta corrente nel mondo del podismo ed io forse mi sono adeguato a questo costume. In me prevalgono soprattutto tanto entusiasmo e curiosità.  Ovviamente non sono così sconsiderato da correre senza un minimo di preparazione, e da qualche mese seguo una particolareggiata tabella di allenamenti… Innanzitutto la 50 km di Romagna per me è un modo di approfondire la conoscenza del nostro territorio. Il percorso attraverso le colline del faentino mi è stato descritto come avvincente, estremamente panoramico, genuinamente romagnolo. Nei giorni precedenti la gara mi sento un pò preoccupato, ma pensando al territorio che andrò ad “esplorare”, con la mente mi proietto oltre l’ostacolo. Già sulle 7,15 mi trovo nella piazzetta del borgo di Castelbolognese a ritirare il pettorale e a fare i primi saluti ai concorrenti che conosco. Oltre al “tritticista” Andrea di Forlì presente a Russi incontro un altro Andrea, di S.Pancrazio, il quale partecipa nonostante problemi al ginocchio. Tra gli aranciovestiti della Lamone il terzo Andrea che conosco, anch’egli tritticista, “uomo di ferro” che l’anno scorso si sciroppò Nove colli e 100 km l’una dietro l’altra. La giornata si sta facendo stupenda, il fresco mattutino è corroborante, ma si apparecchia un sole mica male… Al via siamo una mandria di circa 600 concorrenti  che sfila verso l’interno, dopo un doppio giro nella piazza. Al secondo passaggio noto a lato il fantastico duo Monteruccioli-Gorini, presenti da spettatori. Ci salutiamo e prendo il loro incitamento come buon viatico…la strada è lunga assai, che l’augurio mi accompagni fino in fondo… Fondamentalmente questa gara ha un prima e dopo Monte Albano. Sono mentalmente preparato a superare questo scoglio, che mi è stato prospettato come duro, ma dirigendomi verso di esso perlomeno entro i primi 25 km mi godo questa gara anima e corpo. Intanto penso alla festività della Liberazione e mi rendo conto che la competizione si svolge entro la Valle del Senio, cioè sul territorio della storica Linea gotica, che nella Seconda guerra mondiale fu scenario di violentissimi combattimenti tra gli alleati e i partigiani contro i nazisti. Per un attimo si può anche celebrare la memoria di chi ha dato la vita per i propri ideali e per liberare la nostra terra. Poi mi calo nella realtà del “qui ed ora” . Eccomi qui, a spasso nella mia Romagna, oggi ridente e solatia, costeggio paesaggi di grande fascino, immerso in un corteo di gente che come me corre verso una meta. E durante questo viaggio cerco di scambiare due chiacchiere con chi mi è accanto, sempre se ne ha voglia. Conosco William di Finale Emilia, runner 64enne. Chiedo se ha già partecipato alla 50. Eccome! Mi dice di avere già vinto il titolo di categoria…oltre ad avere partecipato ad una decina di edizioni della 100 km. La sua specialità sono le gare lunghe, quelle corte e veloci oramai da tempo non fanno più per lui. Incredibile come chiacchierando i km scorrano senza accorgersene. Di lì a poco si è già nel comune di Riolo Terme. I primi dislivelli salgono lievi, mentre il sole comincia a picchiare. La prima necessità assoluta è quella di idratarsi ad ogni ristoro, ed insieme di bagnarsi la testa. A Riolo intorno al km 12 il passaggio è molto piacevole. Si entra in una zona d’ombra lungo la fortezza che ancora sembra serbare il fresco del primo mattino, quindi si compie un bel tratto in discesa per poi riprendere la camminata sulla provinciale. Ecco, psicologicamente l’idea della discesa dopo lo sforzo della salita che mi attende a Monte Albano mi fa da sprone costante nella prosecuzione della marcia di avvicinamento …La prima salita un po’ impegnativa è a Borgo Rivola, presso la “curva Capirossi”. Poco prima faccio conoscenza con Davide di Mantova, un altro corridore delle lunghissime distanze. La conversazione scatta da alcune osservazioni critiche sui podisti che buttano bicchieri o carte per terra lungo il percorso. Davide preferisce anche fare una breve deviazione a cercare un cassonetto per depositare dei rifiuti piuttosto che buttare sul ciglio della strada. Mi racconta anche lui di memorabili gare tipo la Sparta- Atene, e di come durante la notte sui podisti incomba il pericolo dei cani randagi. Gli capitò di affrontarne uno e fortunatamente bastò spruzzargli il contenuto di una borraccia sul muso per allontanarlo. Per questo fine settimana è sceso giù dal mantovano in macchina e dopo la 50 si sposterà subito a Rimini. Sabato dice si riposerà in spiaggia, pernottando in auto, mentre domenica parteciperà alla prima maratona di quella città, al che mi viene da ridere! E’ proprio un piacere correre fianco a fianco, un altro modo per ingannare la fatica e scaricarla prima di un’impegnativa “ascensione”. E’ insieme con Davide che raggiungo Casola Valsenio, uno dei miei borghi preferiti in Romagna. Tante volte in passato ho soggiornato in estate nei suoi pressi in alcuni agriturismi. Quante volte ho visitato il suo celeberrimo giardino officinale, e quante altre ho gustato i particolarissimi menù stagionali del ristorante Fava… Casola si trova al km 25, esattamente alla metà del percorso, e fin qui mi dico che tutto è andato abbastanza bene. Non ho certamente mai forzato, anzi, mi sono risparmiato per affrontare la salita che segue. Ed ecco il momento fatidico, con le indicazioni che Monte Albano ci attende a 5 km!! Bene, ci sono, saliamo. Cerco di spostare l’attenzione sui paesaggi circostanti… Calanchi, flora, cielo azzurro, profumi, luce: sulla carta, poeticamente, dovrebbero trascendere tutta la fatica che comincia a farsi sentire…  Belle parole, ma arriva un momento nelle gare lunghe in cui sia nel corpo che nella testa senti solo affanno. La preparazione meditativa va in tilt… Comunque a passo lento ma sicuro, quasi con un pilota automatico, si va su, senza troppi travagli. In cima ci attende il ristoro del chilometro trenta. Ecco, inizia la seconda parte della gara. Inizia la tanto agognata discesa. E qui realizzo che una cosa è affrontare “all’impazzata” la discesa in una Tre monti o Gessi… un’altra è provare a farlo con già 30 km sulle gambe. Per cui mi provo a precipitarmi giù ma sentendo già una bella fatica sulle gambe lo faccio con estrema cautela, frenandomi. Ci sono buoni 4 km di discesa molto veloce, diciamo anche divertente e forse rilassante. Ma a Zattaglia al trentacinquesimo già il percorso si raddrizza e quindi rallento e di parecchio. Prima però il nuovo ristoro ed una solenne rinfrescata presso una fontana. Le gambe cominciano a farsi di pietra, lo sento ogni volta che mi fermo ad un ristoro. Sul percorso raggiungo Pietro, anche lui aranciovestito. Fin dall’inizio della discesa mi sono divertito ad osservarlo mentre lo supportavano i famigliari: la moglie in macchina ed un figlio in bici lo approvvigionano di acqua quando serve. Tenero e commovente. Scambio due chiacchiere anche con lui. E’ veterano della 50, ma oggi ha dei forti crampi e ora nelle prime salitelle gli tocca camminare. Fisicamente io sto abbastanza bene, non ho crampi o dolori particolari localizzati qui o là, piuttosto è un indolenzimento generale che sta montando! Rispetto alla maratona di Russi qui intorno al km 40 non mi sento in crisi…ma fatti i 42 km che succederà? I problemi scattano tra Villa Vezzano e Tebano. Qui varcata la soglia psicologica e fisica della distanza maratona comincio a percorrere lunghi tratti camminando. Cammino e corricchio, cammino e corricchio. Raggiungo Andrea di S.Pancrazio che dopo un’ottima gara alla fine avverte forti dolori al ginocchio, purtroppo da lui messi in conto prima di partire. Siamo in crisi entrambi. Vicendevolmente ci superiamo e poi lasciamo indietro… Stesso tira e molla con altri concorrenti. Déja-vu. A tutti gli ultimi ristori sosta per bagnarsi e bere. Incredibile come sia doloroso più il momento del fermarsi che quello di riprendere la corsa… Finchè Castelbolognese non è alle porte. Alla vista della prospettiva dell’ultimo km che si infila diritto sul traguardo mi faccio animo e mi rimetto a correre decentemente riprendendo un pugno di concorrenti… Un’occhiataccia al cronometro: mi sono tenuto sotto le cinque ore… Ecco la medaglia al collo, non riesco neanche a capire quale immagine ci sia sopra. Sono stravolto dalla fatica e comincio a farmi delle domande sul senso di questa fatica e di questi sforzi. Con altri concorrenti che vedo “trasfigurati” ci immergiamo nelle fresche acque della fontana della piazzetta. Un momento di piacevole pediluvio. In questi momenti in cui chiacchiero sia con Pietro (che mi ha preceduto di qualche minuto) che con un runner di Reggio Emilia non mi sento di volere partecipare a gare simili per i prossimi mesi. Forte percezione che la 42 km sia la distanza che più mi si addica. Non rigetto nulla degli sforzi fatti in questa gara, anzi rimane un forte orgoglio tutto romagnolo per averla corsa fino in fondo. Comunque sia, una giornata di festa in tutti i sensi, che spero possa essermi utile nelle settimane a venire. Alla prossima (?) Tempus fugit

Johnni

Postato il
29/04/2014
ora 19:22:26

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Complimenti Tempus sei veramente tenace non hai paura di niente Continua così!!!
hai messo nel tuo palmares un'altra gemma di Romagna !!! 
Non pensare al Passatore ...consiglio personale x questa primavera hai già dato...goditi ora le garette estive
Un saluto Johnni 

Tempus fugit

Postato il
02/05/2014
ora 13:41:38

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Grazie per i consigli Johnni...e tu stai preparando qualche corsa?

Johnni

Postato il
02/05/2014
ora 19:12:30

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Ho fatto qualche gara nel 2014 ma non sto preparando nulla...vivo alla giornata... 
sto convivendo con una fastidiosa pubalgia che mi permette di allenarmi poco... 
Letto n. 64338
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