Ancora l’Africa protagonista alla
Maratona del Lamone, ancora Youness Zitouni sul podio
più alto di piazza Farini. Il marocchino della Podistica Il
Laghetto ha concesso il bis dopo la vittoria dell’anno
scorso, chiudendo in 2.19’43”, 38” meglio del crono del
2018. Mohamed Hajjy, marocchino da due anni diventato
cittadino italiano, ha provato a riportare all’Italia il
titolo della corsa del Lamone dopo l’ultimo hurrà di
Calcaterra, datato 2003, ma Hajjy, già vincitore qui nel
2014 e 2016, dopo essere stato al comando fino al 32° km, ha
subito il sorpasso fatale di Zitouni. E il sorpasso decisivo
lo ha piazzato a pochi chilometri dal traguardo anche Matteo
Lucchese che, dopo lungo inseguimento, ha ripreso e lasciato
dietro di sé il debuttante burundiano
Celestin Nihorimbere, poi finito addirittura
quinto, andando a raccogliere, come l’anno scorso, il terzo
posto, in 2.28’05”, nuovo primato personale dell’atleta di
Rocca San Casciano e 12ª miglior prestazione dell’anno.
Podio tutto nuovo in campo femminile, dove fin dalle prime
battute si è palesata una lotta a tre, sul filo dei secondi,
tra Giulia Montagnin, Gloria Giudici e Denise Tappatà,
poi finite in questo ordine. La portacolori dell’Atletica
Saluzzo, specialista di corsa in montagna, ha chiuso al 12°
posto assoluto in 2.45’46”, quinto miglior tempo in maratona
dell’anno e secondo miglior tempo della storia della corsa
del Lamone dopo quello di Maria Curatolo (2.41'45”) del
1997.
La Romagna si è disimpegnata alla
grande tra gli uomini dove dietro a Lucchese nei primi dieci
sono arrivati il cesenate Giuseppe Del Priore (4°), il
cattolichino Giacomo Pensalfini (6°), il faentino Emanuele
Maio (8°), e i due portacolori della 100 Km del Passatore
Stefano Farina e Gabriele Turroni, rispettivamente nono e
decimo.
E nuovi nomi vengono scritti anche
nell’albo d’oro della Cinquemila per Russi, giunta
alla 26ª edizione. Tra gli uomini ha primeggiato Dereje
Megersa, etiope, 22 anni il prossimo 5 maggio, autore di
una vera impresa: è, infatti, il primo atleta straniero ad
imporsi in questa corsa cresciuta accanto alla Maratona del
Lamone dopo un quarto di secolo tutto all’insegna del
tricolore. Megersa ha chiuso in 15’32”, un secondo in più
rispetto al vincitore dell’anno scorso Della Pasqua,
precedendo di 5” Emanuele Generali (Atletica Castenaso) e di
17” Rachid Benhamdane. Tra le donne, la vittoria è andata
alla 19enne Caterina Mangolini (Atletica Delta
Ferrarese), che ha chiuso 34ª assoluta in 18’26”, davanti a
Nadiya Chubak (Gpa Lughesina) e a Simona Mascaro (GS
Lamone).
Fabio Perazzini, Claudio Valeri, Adolfo
Accalai e Monica Freda hanno vinto le rispettive categorie
dei veterani.
Infine, Paolo Callegari si è
aggiudicato la prova sperimentale di retrorunning,
ovvero la corsa all’indietro, grande novità nel cartellone
delle iniziative collaterali a questa edizione della
Maratona del Lamone.
Anche quest’anno, il grande sforzo
organizzativo del GS Lamone è stato ripagato dal pieno
successo della Maratona e dai numeri: i 757 iscritti alla
Maratona (639 arrivati al traguardo) e i 153 della
Cinquemila per Russi (133 giunti al traguardo), uniti alle
156 Promesse di Romagna, che hanno celebrato la
seconda delle 21 tappe del calendario 2019, ai 12
partecipanti alla retrorunning e all’esercito dei
podisti che hanno preso parte al nordic walking, e alle
Camminate podistiche a seguito
della Maratona su percorsi di 4, 8 o 12
km, tutte inserite
nel pacchetto delle Camminate della salute e della
solidarietà, in collaborazione con Coop Alleanza 3.0,
portano anche quest’anno il totale a oltre 2500 atleti. |